Storia

Prima edizione Moncalieri Jazz Festival 1998

Prima edizione Moncalieri Jazz Festival 1998: L’Atto di Battesimo di una Leggenda

Il novembre del 1998 segna una data storica per il jazz piemontese e italiano: nasceva la prima edizione del Moncalieri Jazz Festival, quello che sarebbe diventato uno degli eventi più prestigiosi del panorama jazzistico nazionale. In un’epoca in cui pochi festival osavano sfidare i rigori dell’autunno piemontese, Ugo Viola e il suo team diedero vita a una manifestazione destinata a celebrare 27 anni di ininterrotta attività.

L’idea prendeva forma dalla collaborazione tra Ugo Viola, fisarmonicista e direttore della scuola di musica dell’associazione C.D.M.I., Valerio Signetto, sassofonista e clarinettista jazz che identificò un vuoto nel panorama culturale regionale, Marco Viola fratello di Ugo Viola e maestro di violino e Giorgio Cremona.
La scelta di novembre, apparentemente controcorrente, nasceva da una strategia precisa: rispettare le altre manifestazioni jazz piemontesi che si concentravano tra primavera ed estate.

La Scelta Strategica di Novembre

La decisione di collocare la manifestazione nel mese di novembre, apparentemente controcorrente rispetto alla tradizione dei festival estivi, nasceva da una precisa strategia di rispetto verso le altre realtà esistenti. Dopo un’accurata ricerca nel panorama regionale, i fondatori avevano censito che l’EuroJazz Festival di Ivrea si svolgeva a marzo e il Due Laghi Jazz Festival d’estate, così come il Torino Jazz Festival.
Novembre rappresentava quindi uno spazio libero nel calendario, permettendo alla nuova rassegna di svilupparsi senza sovrapposizioni.

Il Debutto al Teatro Matteotti

Il 13 e 14 novembre 1998, il Teatro Matteotti di Moncalieri ospitava le prime due serate della rassegna. La programmazione, curata da Valerio Signetto grazie ai suoi contatti nel mondo jazz, offriva un doppio appuntamento di grande qualità artistica.

02_Gaspare TirincantiLa prima serata del 13 novembre si apriva con un omaggio a Benny Goodman affidato al clarinettista Gaspare Tirincati, accompagnato da Arnaldo Ciato al pianoforte, Fabio De Marques al basso e Nino d’Adamo alla batteria. La seconda parte della serata vedeva protagonista il Maestro Renato Sellani, uno dei pianisti jazz più raffinati del panorama italiano, in trio con Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria.

Il Fiore all’Occhiello: La Big Band di Gianni Basso

La seconda giornata rappresentava il vero fiore all’occhiello dell’edizione inaugurale: la Big Band di Gianni Basso, una delle formazioni orchestrali più prestigiose del jazz italiano. Gianni Basso, sassofonista di fama internazionale nato ad Asti nel 1931, dirigeva un ensemble di altissimo livello che includeva alcuni dei nomi più importanti del jazz italiano.

La formazione comprendeva alle trombe Emilio SoanaLuca CalabreseFabrizio Bosso e Fulvio Chiara; ai sassofoni Claudio ChiaraValerio SignettoClaudio CapurroGianni Amerio e Fulvio Albano; ai tromboni Luca BegoniaPerinottiGianfranco Marchesi e Stefano Calcagno1. La sezione ritmica vedeva Riccardo Fioravanti al contrabbasso, Gianpiero Prina alla batteria e Paolo Brioschi al pianoforte, con Gianni Basso alla direzione e al sassofono tenore.

L’Incontro con il Giovane Fabrizio Bosso

Tra i musicisti della big band emergeva un giovanissimo Fabrizio Bosso, allora venticinquenne. Il suo talento colpì immediatamente Ugo Viola, che intuì le potenzialità del giovane trombettista torinese. Bosso, nato il 5 novembre 1973, si era diplomato in tromba al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino a soli 15 anni.

La sua partecipazione alla big band di Gianni Basso rappresentava una tappa fondamentale della sua formazione artistica, in un momento in cui il sassofonista astigiano fungeva da mentore per molti giovani jazzisti emergenti.

L’impressione positiva fu tale che Viola coniò il motto: “Finché il Moncalieri Jazz vivrà, Fabrizio Bosso ci sarà”, presagio di una collaborazione destinata a durare nel tempo e a consolidarsi nelle edizioni successive del festival.

Il Successo del Pubblico e il Riconoscimento Artistico

Il Teatro Matteotti registrò il tutto esaurito per entrambe le serate, dimostrando l’interesse del pubblico per la nuova proposta culturale. Lo stesso Gianni Basso si mostrò sorpreso dal successo, confidando a Ugo Viola in piemontese: “Dlas fait prope bin, a l’era ora che Moncalè l’avessi l’so festival” (“L’hai fatto proprio bene, era ora che Moncalieri avesse il suo festival”).

Un elemento di particolare orgoglio per la manifestazione fu la partecipazione dei fratelli Fulvio e Claudio Chiara, musicisti moncalieresi che abitavano di fronte alla scuola di musica di Viola, rappresentando il legame diretto del festival con il territorio.

Il Contesto Istituzionale e il Sostegno Pubblico

La prima edizione della Rassegna Internazionale Moncalieri Jazz si svolgeva sotto l’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Novarino, che aveva vinto le elezioni comunali del novembre 1997 con una coalizione di centrosinistra. L’assessore alla Cultura era Mariagiuseppina Puglisi, figura destinata a seguire con attenzione e interesse la crescita del festival per molti anni.

I sostenitori della prima edizione erano la Città di Moncalieri e la Regione Piemonte, grazie all’interessamento dell’Assessore Giampiero Leo. Il sostegno privato era limitato a un solo sponsor, Tocco calzature, mentre per gli strumenti musicali collaborava la ditta Verde di Leinì. Il bilancio complessivo dell’evento ammontava a 10 milioni di lire, corrispondenti a circa 5.000 euro attuali.

L’Identità Grafica e la Comunicazione

L’identità visiva della prima rassegna venne affidata a Gianni Chiostri, vignettista de La Stampa, che creò la grafica del manifesto. Questa collaborazione evidenziava già dall’inizio l’attenzione per gli aspetti comunicativi e l’importanza attribuita alla presentazione dell’evento al pubblico.

L’Eredità di un Esordio Promettente

La Rassegna Internazionale Moncalieri Jazz del 1998 pose le basi per quello che sarebbe diventato un appuntamento fisso nel calendario culturale piemontese. Con il passare degli anni, la manifestazione si sarebbe evoluta da una “due giorni” iniziale fino a raggiungere le attuali due settimane di programmazione, mantenendo sempre la caratteristica collocazione novembrina che ne costituisce uno dei tratti distintivi.

L’intuizione di proporre jazz mainstream e swing, con l’omaggio a Benny Goodman e la presenza di interpreti del calibro di Renato Sellani e Gianni Basso, dimostrava fin dall’origine la volontà di coniugare qualità artistica e accessibilità al pubblico, principio che avrebbe guidato l’evoluzione del festival negli anni successivi.

La prima edizione del Moncalieri Jazz rappresentava così non solo l’atto di battesimo di una nuova realtà culturale, ma anche l’inizio di un percorso che avrebbe portato la città piemontese a diventare un punto di riferimento per il jazz italiano e internazionale, trasformando il “mese della nebbia” in un periodo di grande fermento artistico e culturale.

Tratto dal libro: “Moncalieri Jazz Festival 25 anni di storia” scritto da Marco Basso

 

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